Chapterando...

Chapterando...
25 gennaio 2023

Dire Fare Curare il progetto di ab medica per dare voce ai pazienti, ai medici e alle loro storie di cura eccellenti


E’ la voce, o il “dare voce”, il filo rosso e la genesi del progetto Dire Fare Curare, il podcast di ab medica in collaborazione con brandstories, che si è sviluppato in 12 episodi di storia di cura eccellenti, di cui l’ultimo, Cyberfocalizzati, pubblicato ieri in concomitanza con l’evento di presentazione del progetto. 

In primis la voce dei pazienti, poi quella dei medici che li hanno curati, quella narrante di Matteo Caccia il giornalista, e persino quella dei dispositivi medicali, le macchine che non parlano per definizione.

Storie straordinarie di cura, di voci e sfumature per diagnosticare, assorbire informazioni dolorose e di speranza, di rumori con cui si esprime il dispositivo, di voce e parole per gli ascoltatori che entrano nelle vite di Lietta, Alessia, Michele, Guglielmo, Laurachiara, come in quelle di Giulia Veronesi, Nadia di Muzio, Tiziana Dell’Anna e tanti altri medici.

Dire Fare Curare è un capitolo rilevante del percorso di comunicazione, l’ultimo di una lunga serie in questi anni, scelto da ab medica per innovare e abbracciare la trasformazione dei bisogni di cura attraverso uno degli strumenti più contemporanei di questi anni, ma anche per dare voce ai medici e ai pazienti.

Un percorso che nasce dall’innovazione continua e dalla volontà di contribuire a ridisegnare una sanità più coerente nelle sue ramificazioni, sempre più efficace, precisa e personalizzata in favore dei pazienti e delle loro famiglie.

Sono 12 racconti audio, di cui l’ultimo rilasciato proprio ieri, basati su vicende autentiche di piccoli atti quotidiani di coraggio che hanno determinato la guarigione di molti e che possono divenire possibilità di cura per chi non conosce percorsi e tecnologie innovative.
Le voci dei 12 pazienti hanno altrettanti nomi. Ma anche i loro medici e persino i dispositivi o le soluzioni terapeutiche che li hanno curati o salvati: da Vinci, Mako, CyberKnife, Focal One, Maia connected care.

Matteo Caccia, giornalista radiofonico di Radio24, è la voce narrante che ha fatto da ponte fra quelle dei pazienti e dei loro medici: “È stata una grande intuizione quella di ab medica, un’azienda specializzata nell’innovazione sanitaria attraverso la robotica, la telemedicina, le nuove tecnologie medicali, che ha capito che nulla come le storie di vita è in grado di alzare la temperatura umana di un racconto che, altrimenti, può essere eccessivamente tecnico.”

Oltre il corpo centrale dei 12 podcast, è stato presentato ieri sera anche un libro, curato da brandstories, illustrato da Joey Guidone che insieme agli altri ospiti sul palco Paolo Veronesi, Letizia Caccavale, Francesco di Costanzo, Guendalina Graffigna, Vittorio Lelli (in arte Vic), hanno animato il palco del Museo della Scienza di Milano con un dibattito – condotto da Matteo Caccia – sul ruolo della voce e dell’empatia nel percorso terapeutico.

Paolo Veronesi, Direttore della Divisione di Chirurgia Senologica all’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, autore della prefazione, ha parlato dell’accessibilità delle informazioni, diritto del paziente, e del nuovo ruolo del medico, basato su un rapporto di dialogo e condivisione che deve mediare fra la migliore terapia e le aspettative di cura del malato, perché “non esiste un percorso terapeutico unico, ma va adattato alle persone che abbiamo davanti. E questo lo possiamo fare ascoltando il paziente, i suoi progetti di vita, elementi che ci permettono di individuare la strada adeguata, che la persona è veramente in grado di seguire e affrontare”.

Francesca Cerruti, Ceo ab medica, si è dichiarata “felice di questo progetto e sempre più convinta che questa sia la strada per allargare consapevolezza e informazioni a beneficio degli altri milioni di pazienti che possono essere ignari dei percorsi terapeutici che i dispositivi medicali più innovativi assicurano”.

“Collaborare per oltre un anno e mezzo con un’azienda come ab medica, è motivo d’orgoglio.” Spiega Alessia Cicuto, Managing Director e co-founder di brandstories “abbiamo avuto l’opportunità di conoscere da vicino una realtà autentica, capace di traslare il suo spirito innovativo, caratteristica insita del suo business, nel mondo della narrazione. Dal podcast, alle illustrazioni, passando per gli eventi e la realizzazione del libro, abbiamo raccontato le storie dei protagonisti di Dire Fare Curare con sensibilità, cercando di mettere in luce le loro storie. Storie vere, capaci non solo di informare, ma anche di restituire fiducia e speranza nell’innovazione e nelle persone che lavorano nell’ambito medico”.

L’ultimo episodio, disponibile come gli altri su Spotify e sulle principali piattaforme di distribuzione, racconta come la tecnologia, unita a percorsi di cura costruiti sui bisogni del paziente, porti a risultati sorprendenti. È la storia di Carmen, giovane architetto con una storia di carcinoma polmonare e sette metastasi celebrali che, grazie a CyberKnife, affronta un ciclo di radioterapia focalizzata che la consegna a una nuova vita e ricorda qualcosa di davvero importante ai medici, come sottolineato da Nadia Di Muzio, Primario della divisione di Radioterapia Oncologica del San Raffaele di Milano: “grazie alla tecnologia abbiamo delle possibilità straordinarie. Il nostro compito è di far sì che i pazienti lo sappiano”.

Gli episodi, ciascuno di 12 minuti, sono stati rilasciati con cadenza mensile lungo tutto l’ultimo anno.

Dire Fare Curare è stato un evento “Carbon Neutral” certificato Up2You. Nello specifico sono state calcolate le emissioni di CO₂ non riducibili prodotte dalla serata e stimate in 1,84 tonnellate di CO₂ che ab medica ha scelto di neutralizzate con progetti certificati secondo i più alti standard internazionali, Verified Carbon Standard e Gold Standard.

Concept progetto: ab medica

Progetto creativo e editoriale: brandstories
Testi e interviste: Nicola Maria Fioni
Voce narrante: Matteo Caccia
Sound designer: Paolo Corleoni
Illustrazioni: Joey Guidone
Progetto grafico: Daniela Sabba e Serena Calabrese